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Adolfo Bioy Casares

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    chiese a una donna che da poco aveva perso la figlia quale destino, secondo lei, fosse toccato alla sua anima. La madre rispose:

    «Certamente starà godendo di una felicità eterna, ma non capisco perché lei si ostini a parlare di argomenti così sgradevoli».
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    21. SULLA TOMBA DI ÈVA, ADAMO
    Dov’era lei, era l’Eden.

    Mark Twain, Eve’s Diary (1905
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    24. LE NAVI DELL’INFERNO
    Per i negri del Benin, l’Inferno era nel mare: dal mare giungevano al Benin i bastimenti dei negrieri.

    Dictionnaire de la conversation et de la lecture (1873
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    29. LA PROVA
    Se in sogno un uomo attraversasse il Paradiso, e gli dessero un fiore come prova d’essere stato lì, e se al risveglio si trovasse quel fiore in mano... allora?

    S.T. Coleridge (1772-1834
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    32. L’ALLUCINAZIONE DELLA MORTE
    Dopo la morte la coscienza si affaccia spaventata a un vuoto che aspetta; a poco a poco, orribili creature lo popolano. Ci accorgiamo poi che siamo noi la fonte delle forme e degli atti che vi hanno luogo: le orribili creature sono il prodotto della nostra paura.

    Per coloro che stanno in Paradiso questa fantasmagoria - non meno reale del mondo dei vivi - è docile; stare all’Inferno è patirla in illusoria impotenza, come nei sogni.

    Alla fine, smettiamo di tessere i ricordi e...

    E. Soames, Negations (1889
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    33. L’ULTIMO RITORNO
    Secondo il teologo medioevale Giovanni Scoto Eriugena (800-877), l’universo emanò da Dio e tornerà, alla fine, a Dio. Bisogna distinguere pertanto due processi: uno di differenziazione delle creature e uno di riassorbimento nella divinità. Nel secondo, chiamato deificazione, l’intero creato - gli angeli, gli uomini, l’Inferno, il Diavolo - entrerà felicemente nell’Essere Supremo. Allora, Creazione e Creatore si confonderanno e il tempo cesserà.

    Warren Hope,

    The Weekend Theologian (Abridged edition, 1897
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    il sacro orrore dei boschi
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    E invece si addossano troppe cose al diavolo, e sono cose che indubbiamente ha fatto Dio. Poveri coloro che hanno inventato l’idea del diavolo! Che legnate darà loro Dio, probabilmente! Oh, religione cristiana,
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    41. L’INTERPRETAZIONE DELL’ORRORE
    La tenebra è uno specchio scuro nel quale il dannato vede i suoi misfatti; dappertutto si erge il suo rimorso; lungo il tetro cammino ognuno vede il suo crimine (e il resto è chimera); lo stesso spettro fa dire a Nerone: «Madre mia!», e gridare a Caino: «Fratello!».

    Victor Hugo,

    La legende des siècles (1883
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    51. IL CENTRO DELL’INFERNO
    Giuda. Eccolo lì, al centro dell’Inferno, nel punto che fa da base all’intera dimora. Sopra il luogo che lo ospita s’innalza il misterioso edificio, costruzione vastissima e apparentemente caotica che nessuno sa dove inizi e fin dove si estenda, ma in alcune sue stanze entriamo, lungo alcuni suoi muri camminiamo, noi non morti, su questa Terra, senza saperlo, forse sentendolo, perché è qui che comincia quel regno che possiamo varcare con un gesto: si riconoscono - quelle camere, quelle pareti -, malgrado la loro aria naturale e umana, da un battito singolare, secco e febbrile, che avvertiremmo con sconcertante chiarezza se vi posassimo la mano; si dice che siano i battiti del cuore del dannato che sta nel centro, e che risultino più nitidi agli estremi limiti dell’edificio che non sul petto dal quale provengono, che parrebbe morto; ma soltanto uno ha toccato quel petto.

    H.A. Murena,

    El centro del infiermo (1957
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